Dopo il progressive e l'hard apro questa parentesi sul rock psichedelico partendo da uno dei gruppi che, secondo me, più rappresentano il genere stesso.I Pink Floyd non sono niente altro che una rock band inglese, una delle tante che ebbero il loro culmine di attività fra i '60 e i '70, periodo storico per la musica che vedeva la nascita di molti gruppi di rilievo, anche nel campo psichedelico.Eppure anche adesso nessuno pare riuscire a trovare un gruppo che sappia dare le stesse emozioni dei pink floyd, dal loro primo album fino all'ultimo, hanno saputo sfoderare le loro armi più sensazionali, che hanno catturato le menti sognanti di migliaia di giovani ed hanno accompagnato una generazione intera."La nostra musica - come dice lo stesso Waters (bassista della formazione storica) - può darvi i peggiori incubi, o lanciarvi nell'estasi più affascinante. Solitamente si verifica questa seconda opzione. Ci accorgiamo che il nostro pubblico smette di ballare: rimangono tutti in piedi, a bocca aperta, in estasi"E non esistono parole migliori per esprimere la sensazione di un ascoltatore fin dal primo momento che esso mette le mani sul CD o sul '33 giri: "magico"!Desidero quindi utilizzare questo articolo per descrivere a fondo questa "magia", e lo farò descrivendo approfonditamente i lavori che più mi hanno colpito di loro.Tutto incominciò dall'incontro di uno studente di liceo artistico di nome Roger Barret con Roger Waters, studente di architettura ed ottimo bassista.Waters aveva un gruppo nel quale suonavano altri due aspiranti architetti i cui nomi erano Nick Mason e Rick Wright.Nel 1965, allo scioglimento del suddetto gruppo i tre giovani, assieme a Roger Barret (che era chiamato Syd) diedero inizio al gruppo di cui ci occupiamo: i Pink Floyd.Questo nome non deriva altro che dai nomi di due musicisti blues: Pink Anderson e Floyd Council.Come tutte le band londinesi esordienti dell'epoca iniziarono la loro carriera con delle esibizioni live ed in queste occasioni che colpirono il pubblico con i loro effetti musicali e con i testi surreali di Syd.E fu così che il gruppo in tutto il suo splendore registrò il suo primo lavoro: The piper at the gates of dawn (il pifferiaio alle soglie dell'alba ) il quale venne pubblicato nel 1967 nei famosi Abbey Road Studios (esattamente nello stesso periodo in cui i beatles stavano registrando il loro sgt. pepper's lonely hearts club band).Il disco è composto da ben 11 brani ed è un connubio tra musica e turbamenti onirici provocati dallo stato trascendentale, accompagnati da testi che richiamano le fiabe e le ninnenanne inglesi, elemento tipico della produzione barrettiana.Ma la floro fiaba, la fiaba dei pink floyd pareva non dover durare a lungo...Roger Barret infatti, il quale era chiamato "Syd" soffriva di innumerevoli disturbi sia psichici che fisici, e così dovette abbandonare la band.Senza più la mente molti si aspettavano che il tutto sarebbe svanito esattamente come era incominciato, dal nulla.Eppure non fu così. Le redini del gruppo passarono a Waters il quale scelse un sostituto per Syd, il giovane David Gilmour.Ancora oggi racconta di essersi presentato da sua madre, a casa sua, e di aver detto:-Desidero che suo figlio suoni con la mia band.-Non so quanto questo sia vero, ne, eventualmente, quanto possa essere stato convincente nei confronti della signora Gilmour, fattostà che dopo l’annuncio ufficiale dell’uscita di Barret dalla band i Floyd continuarono ad essere un quartetto.E non solo, insieme si prestavano a registrare uno dei più grandi lavori in studio che avrebbero mai prodotto: A Saucerful of Secrets.In questo Barret scrisse solo due pezzi prima di iniziare a risentire degli effetti collaterali dell’LSD: “Set the Controls for the Heart of the Sun” e “Jugband Blues”.Con questo album i Pink Floyd danno una svolta alla loro musica, e, incidentalmente, tolgono l'articolo "The" dal nome Pink Floyd.L’album successivo fu “more” (in realtà chiamato “music on the film more”), e fu registrato come colonna sonora dell’omonimo film “more” di Barbet Shroeder.Questo fu il primo disco che i Pink Floyd registrarono senza alcun contributo di Barret.Dopo questo interessante album fu il turno di un nuovo capolavoro chiamato “Ummagumma”: il disco più estremo del gruppo e quello in cui per la prima volta si respira un aria di progressive rock.Ummagumma era il verso tipico di strane creature che, secondo la leggenda, infestavano una palude vicino a Cambridge.Questo si tratta di un doppio album composto da un disco live ed un disco in studio.Alla fine degli anni ’60 il gruppo era quindi ormai famoso ed aveva gia una produzione di 4 album fra cui uno doppio.Gli anni ’70 invece si aprirono con un nuovo disco: Athom Heart Mother, primo album dei Pink Floyd a raggiungere i vertici della classifica inglese.A questo seguì “Meddle”: un album sensazionale che raggiunse un pubblico ancora più vasto dei precedenti grazie a “Echoes” e “One of these days”.Una curiosità, One of these days è un brano scandito da un giro di basso portante ed il testo è composto da un'unica frase: “One of these days I'm going to cut you into little pieces” (Uno di questi giorni ti ridurrò a pezzetti). Questa pare sia dedicata ad un disc jockey della BBC antipatico a Waters.Echoes invece pare quasi sincronizzata all’ultima parte del film “2001-odissea nello spazio”, infatti sovrapponendo la canzone alla scena le immagini sembrano coincidere perfettamente con la musica.E fu proprio negli anni ’70, dopo questi capolavori che i Pink Floyd si prepararono a registrare i loro album di maggior successo commerciale: “The dark side of the moon” e “the wall”.Tutto questo fino a che, dopo ben 14 anni, la fiaba non terminò veramente.Ormai Waters aveva assunto un ruolo predominante all'interno del gruppo, a discapito dello spirito di collaborazione che un tempo caratterizzava la band. Inoltre Wright venne spinto a lasciare il gruppo e ben presto la magia giunse alla fine.Ma i Pink Floyd hanno lasciato una eredità musicale che ha appassionato ed ancora appassiona ogni amante della musica, credo quindi che tutti noi dobbiamo loro molto.Scusate se ho tagliato gli ultimi album ma sono quelli che ascolto di meno personalmente e non trovavo attraente fare un classico elenco di album e descrizioni (elenco che si puo trovare anche su wikipedia). Questo rappresenta di più il mio modo di vedere questo fantastico gruppo.Per concludere in bellezza tuttavia il nostro andbeat è stato così carino da preparare una tracklist per questa discussione:
I "magici" Pink sono stati i compagni di viaggio in tante ore della mia vita.Tra le tante emozioni legate alla loro musica ne ricordo una vecchia di quasi trent'anni. Quando la RAI era ancora l'unico network e l'unica cosa da vedere in Tv, capitava che le serate da passare in famiglia fossero riempite anche da "tele-romanzi", quelle che oggi si chiamano "fiction"... Ricordo in particolare una trasposizione televisiva e dell'opera lirica "Manon Lescaut", interpretata non ricordo da chi, ma rimasta nella mia memoria per la sigla dei titoli di coda, la più magica e lunare delle interpretazioni dei Pink : "Shine on You Crazy Diamond"
Fantastico, piacerebbe anche a me un programma con come sigla una canzone dei Floyd..Non posso proprio dire che i Floyd siano la musica degli anni della mia adolescenza, perchè purtroppo la sto vivendo adesso, e per quanto io li adori e li ascolti non posso vantare di trovarmi nei loro anni d'oro, o di aver visto un loro concerto...Insomma questo non è esattamente il secolo del buon vecchio rock, ma a dimostrazione del fatto che la musica è immortale, molte generazioni così denominate generazioni X continuano ad essere sorpresi dalla magia di questi gruppi sensazionali la cui musica non potrà mai morire!Devo quindi molto a quei particolari anni della storia del secolo precedente all'ultimo decennio del quale purtroppo nacqui io...Beh, al fine di arricchire questa discussione vorrei dire delle cose che mi colpirono particolarmente:Prima ancora di conoscere i loro album e di farmi un idea personale sul loro conto, conoscevo il nome "Pink Floyd molto bene... Probabilmente sentito dalla bocca di papà o dei miei fratelli più grandi, e così qualcuno mi consigliò di farmi una cultura a riguardo...Ricordai di trovarmi principalmente incuriosita da "the wall" e, non ricordo come, scoprii che a riguardo esisteva un film basato sui brani di questo album, considerabile quasi "concept album" a causa del tema che accomuna tutti i suoi brani.Fu così che gironzolando su youtube trovai proprio questo film, diviso in parti... Beh, desidererei quindi condividerne le scene con voi di questo forum perchè mi hanno colpito realmente tanto, e positivamente.A questo proposito inserisco il film in questa discussione, buona visione e per la traduzione delle varie scene (dato che il film è in inglese) non occorre altro che avere a disposizione la traduzione dei testi, perchè di solo i brani è composto l'audio del film!
Credo che le proposte fatte dalla nostra Vestale "cangiante" siano doppiamente meritorie:1) perché consigliare l'ascolto del buon vecchio sound anni '70 anche ai suoi coetanei è oltremodo coraggioso, in quanto,( ne so qualcosa io a casetta mia) si tratta davvero di mondi musicali e modi di pensare la creazione di un'opera artistica davvero agli antipodi... 2) è davvero utile per la mia generazione constatare quanto sia cambiato il modo di fruire la musica e come si sia profondamente modificato il concetto stesso di ascolto di un brano. È anche vero che l'approccio di Gauri (il nome originale della Vestale) è troppo dalla parte della mia generazione, ma possiamo considerarla un'abilissima agente infiltrata...
Direi "Fine primo tempo per ora" credo che sarò costretta a riaggiornare più tardi...Avrei un avvertimento da dare, la prossima scena è segnalata come vietata ai minori quindi non so se è adeguato che io la inserisca...Comunque io ricordo di averlo visto tutto senza problemi ed un anno fa peraltro, ma forse questa scena non l'ho vista boh!Chiedo all'admin!
Io avevo qualche anno in più quando andai a vederlo al cinema (ero prossimo ai vent'anni) ma a parte che la visione era un po' difettata (giacché era un cinematografo d'essai) non ricordo scene più scandalose di quelle che propinano certi reality ai giorni nostri... Ma apprezzo la sensibilità di Gauri per aver riferito l'eventuale "scabrosità" di alcune scene.A mio modesto parere, una volta dato l'avviso e non corretto il codice del filmato n moto che si avviasse da solo (ovvero aggiungendo "autoplay=1" all'ID del filmato stesso), poteva essere benissimo inserito, per completezza d'informazione... Grande Gauri
Va aggiunto che dopo questa opera colossale, i Pink Floyd ebbero una serie di intricate vicissitudini e conflittualità sempre più aperte.
Dopo qualche anno e alla stesura dell'album "The Final Cut", questi travagli finivano per esplodere tutti insieme portando gli elementi della band alla separazione: Roger Waters se ne andava per i fatti suoi mentre il resto della band, dopo una lunga disfida legale, manteneva il nome e per buona parte lo spirito del gruppo dell'era post-barrettiana.
Un filo di speranza per una possibile riappacificazione veniva dato ai tanti fan in occasione del concerto per i festeggiamenti della caduta di Berlino. Roger Waters si limitò ad invitare sul palco i suoi ex compagni una allo volta. Niente reunion ...
Il "mitico" muro di polistirolo, onnipresente nel tour mondiale dei Pink Floyd subito dopo la commercializzazione di "The Wall", invece di essere lentamente costruito fino a far sparire i musicisti, veniva finalmente fatto crollare dando inizio al concerto, quella volta più memorabile che mai (ho la cassetta che ogni volta che la vedo mi fa davvero commuovere)...
Ringrazio una volta di più Gauri per aver risvegliato le suggestioni di un'intera generazione...